Lo scorso 19 agosto 2023 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto 3 agosto 2023 del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, recante il Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica amministrazione (edizione 2023).
Il citato Piano d’azione è stato adottato di concerto dal MASE, dal MEF e dal MIMIT e va a sostituire il precedente Piano d’azione adottato nel 2008 e modificato nel 2013.
Si rafforza, dunque, il percorso in materia di appalti verdi iniziato con il Piano d’azione del 2008, che aveva fissato gli obiettivi ambientali strategici nonché individuato la procedura per la definizione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi).
Le previsioni in materia di CAM erano già state recepite dal precedente Codice dei contratti pubblici (D.lgs. n. 50/2016), che aveva previsto, all’art. 34, l’inserimento, all’interno della documentazione progettuale e di gara, delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei CAM. Inoltre, era previsto che si tenesse conto criteri premianti indicati nei CAM nel caso in cui l’appalto venisse affidato sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Infine, la normativa previgente era particolarmente rilevante anche per aver disposto l’applicazione dei CAM a prescindere dall’importo degli affidamenti, per quelle categorie di forniture, servizi e lavori che fossero oggetto dei CAM.
L’attuale Codice dei contratti pubblici (D.lgs. n. 36/2023)contiene tali previsioni all’art. 57, secondo comma.
La conoscenza da parte delle Stazioni appaltanti del nuovo Piano d’azione qui in commento è di particolare rilievo, se solo si considera che:
- si tratta di uno strumento per l’attuazione di quanto previsto nella Strategia sviluppo sostenibile e dall’agenda 2030 dell’ONU;
- gli acquirenti pubblici, avendo un potere di acquisto – a livello dell’Unione Europea – pari a circa il 14% del PIL, possono orientare il mercato, contribuendo in maniera notevole alla transizione verso un’economia verde.
Pertanto, attraverso l’applicazione sistematica ed omogenea dei CAM (sulla base delle previsioni che le stazioni appaltanti inseriranno nella documentazione di gara), gli operatori economici saranno indotti ad adeguarsi alle richieste della Pubblica amministrazione, favorendo così la diffusione delle migliori tecnologie e dei migliori prodotti sotto il profilo ambientale.
Inoltre, si segnalano tra le finalità del Piano d’azione anche il rafforzamento delle competenze delle professionalità coinvolte nelle procedure d’appalto e una maggiore facilità nello scambio di informazioni tra i soggetti interessati (funzionari pubblici, imprenditori, consumatori, ecc.), alfine di agevolare l’applicazione dei CAM.
È prevista anche l’erogazione di corsi di formazione al personale delle stazioni appaltanti, al fine di consolidare e sistematizzare le pratiche degli affidamenti e delle forniture sostenibili.
L’adozione del Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della P.A. rappresenta un tassello significativo nel percorso della lotta ai cambiamenti climatici, della transizione verso un modello di economia circolare e della riduzione dell’inquinamento di aria, acqua e suolo.
Gli investimenti pubblici previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Recovery Fund) rappresentano un'opportunità centrale per l'implementazione di appalti verdi e per la modernizzazione della Pubblica Amministrazione in termini di sostenibilità. La Commissione Europea sottolinea l'importanza del principio "do no significant harm" per garantire che tutti gli interventi finanziati con i fondi comunitari contribuiscano alla mitigazione dei cambiamenti climatici, all'adattamento ai cambiamenti climatici e alla protezione ambientale. Questi obiettivi si sovrappongono con i Criteri Ambientali Minimi (CAM) e con gli obiettivi di sostenibilità del Piano. Per raggiungere tali obiettivi, il Piano prevede l'introduzione di requisiti ambientali sfidanti e specifici per le attività economiche che potrebbero arrecare danni significativi all'ambiente. Questi requisiti sono distinti nei "Regime 1" e "Regime 2" e sono dettagliati nelle schede tecniche. È importante notare che il Piano si allinea al Regolamento (UE) 2020/852, che include anche aspetti etico-sociali e in futuro potrebbe introdurre una tassonomia sociale per garantire il rispetto di obiettivi sociali insieme al principio del DNSH nell'ambito delle attività sostenibili.
Obiettivi e Finalità del Piano:
Il Piano d'azione è orientato verso diverse finalità:
Obiettivi Ambientali, Sociali ed Economici:
L'Applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM):
L'applicazione dei CAM è centrale nell'attuazione del Piano. I CAM sono strumenti che stabiliscono requisiti minimi per gli appalti pubblici, incoraggiando l'acquisto di prodotti e servizi sostenibili. I CAM si concentrano sulla riduzione degli impatti ambientali dei prodotti e servizi, promuovendo l'efficienza energetica, l'uso di materiali sostenibili, il riciclo, e altri aspetti chiave.
Per garantire l'efficacia e la completezza degli appalti sostenibili e circolari, è fondamentale che le stazioni appaltanti adottino una serie di iniziative mirate. Queste iniziative, adattate alle dimensioni e alla struttura dell'ente, comprendono azioni di formazione, sensibilizzazione e riorganizzazione che rispondono ai principi di economia circolare e decarbonizzazione. Inoltre, l'organizzazione stessa dovrebbe essere coinvolta in un percorso di sviluppo culturale, in grado di ottimizzare l'allocazione delle risorse verso beni, servizi e opere di lunga durata, riparabili e di elevata qualità in termini prestazionali, funzionali, ambientali ed etici.
Alcune azioni prioritarie per le stazioni appaltanti includono:
Inoltre, è importante assicurare corrispettivi congrui nelle commesse pubbliche al fine di attrarre operatori economici di qualità e promuovere servizi e lavori di alto livello, senza ostacolare la qualificazione delle imprese che operano con il settore pubblico.
Azioni per i soggetti aggregatori gestori di mercati elettronici
Gli enti pubblici devono considerare i soggetti aggregatori come mezzi cruciali per implementare l'uso dei CAM negli appalti. Gli aggregatori, come la CONSIP e altre centrali di committenza, gestiscono il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA) e altri mercati elettronici. L'applicazione dei CAM può essere agevolata mediante questi strumenti:
Il ruolo delle Regioni, delle Province autonome, del Sistema Nazionale Protezione Ambiente, delle città metropolitane e del tavolo delle stazioni appaltanti.
L’implementazione di un cambiamento significativo come quello proposto dal Piano d’azione richiede un impegno concertato e coordinato da parte di diverse istituzioni e attori a livello locale e regionale. Le Regioni, le Province autonome, il Sistema Nazionale Protezione Ambiente, le città metropolitane e il tavolo delle stazioni appaltanti svolgono un ruolo cruciale nell’attuazione del Piano e nell’effettiva diffusione delle pratiche di appalti verdi e sostenibili.
Molte amministrazioni hanno già intrapreso azioni volte a promuovere l’adozione di appalti sostenibili a livello territoriale. È importante che le iniziative di successo vengano condivise e replicate su scala nazionale, creando così una rete di buone pratiche. La collaborazione tra le istituzioni a livello locale e regionale è essenziale per garantire un'implementazione omogenea dei CAM e per affrontare le sfide emergenti nell'attuazione del GPP. A tale proposito, il Protocollo di intesa sottoscritto tra il Ministero dell’Ambiente e la Conferenza delle Regioni e Province autonome gioca un ruolo chiave, promuovendo il monitoraggio delle iniziative e la condivisione delle migliori pratiche.
Associazioni di categoria e Camere di commercio: Gli attori del settore privato, come le associazioni di categoria e le Camere di commercio, hanno un ruolo strategico nel processo di definizione e attuazione dei CAM. Questi soggetti possono facilitare il dialogo con le imprese, promuovere l'accesso alle commesse pubbliche verdi e sostenibili e contribuire alla creazione di filiere verdi locali. La loro partecipazione attiva è fondamentale per garantire una corretta implementazione e una diffusione capillare delle iniziative di appalti sostenibili.
Guidare il cambiamento: Appalti Verdi e sostenibilità
In un panorama che ancora vede ritardi nello sviluppo impiantistico e tecnologico, soprattutto al sud, le acquisizioni di beni e servizi da parte delle amministrazioni pubbliche possono guidare strategicamente modelli di sviluppo più evoluti e sostenibili.
Il tessuto produttivo italiano, con PMI organizzate spesso in distretti, dimostra notevole capacità di ripresa, soprattutto quando si coniugano sfide tecnologiche ed ambientali. Le aziende che investono nell'economia verde spesso superano quelle non innovative in indicatori economici e innovazione, creando opportunità occupazionali.
La promozione di cicli produttivi rispettosi dell'ambiente, compresa la chiusura dei cicli di materia, diviene fondamentale. L'applicazione sistematica dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) stimola l'offerta di prodotti e tecnologie eco-innovative, promuovendo anche la gestione efficiente delle risorse.
Trasformare le sfide in opportunità
Le aziende innovative presentano risultati economici superiori. Investimenti nella green economy conducono a maggiori esportazioni, assunzioni e innovazione. L'adozione di pratiche di produzione e consumo sostenibili genera impatti positivi sull'economia, creando mercati internazionali accessibili alle PMI.
Introdurre criteri etici e sociali lungo le filiere produttive è cruciale. Garantire trasparenza e tracciabilità migliora le condizioni lavorative, l'inclusione sociale e riduce gli impatti sociali. L'adozione di criteri etico-sociali contribuisce all'ottenimento di fondi europei e promuove pratiche aziendali socialmente responsabili.
L'eco-progettazione e l'innovazione ambientale migliorano la competitività aziendale e la qualità dei prodotti. La transizione verso modelli produttivi circolari riduce i costi energetici e sanitari. Gli appalti verdi e circolari promuovono la crescita economica, l'occupazione verde e contribuiscono alla razionalizzazione della spesa pubblica.
Ruolo dei Partenariati Pubblico-Privati e Competenze Legali
I partenariati pubblico-privati e le reti collaborative sono chiavi per realizzare pratiche sostenibili. In questa prospettiva, l'esperienza dello Studio tanto nella formazione, rivolta agli attori pubblici e privati, quanto nell'assistenza nella predisposizione di efficaci strategie di finanza di progetto, costituisce un asset importante. In un contesto in rapida evoluzione, l'impegno per lo sviluppo sostenibile e l'adozione di pratiche eco-friendly rappresentano opportunità uniche per le imprese e le amministrazioni pubbliche.
L'adozione di strategie e pratiche sostenibili può portare a risultati duraturi ed economicamente vantaggiosi. Lo Studio offre assistenza alle aziende in cerca di espandere la propria impronta verde e alle pubbliche amministrazioni desiderose di guidare il cambiamento.
Il Consiglio di Stato si è pronunciato sui margini di intervento migliorativo e di adeguamento alle esigenze della Stazione appaltante nella fase di esercizio del diritto di prelazione da parte del promotore nell'istituto del project financing. Il Collegio ha escluso la legittimità dell’esercizio del diritto di prelazione in assenza di una totale identità tra la proposta dell’aggiudicatario e quella del promotore.
Il Consiglio di Stato si è pronunciato sulla possibilità di limitare il trasferimento all’estero di opere d’arte appartenenti a privati, qualora l’uscita di tali opere dal territorio italiano possa compromettere l’integrità e la completezza del patrimonio culturale della Nazione. Nel caso di specie, il proprietario di un quadro di un famoso pittore tedesco aveva richiesto al Ministero della Cultura il rilascio dell’attestato di libera circolazione ed il Ministero aveva negato il rilascio di tale attestato alla luce di una istruttoria nella quale veniva evidenziata la rarità dell’opera straniera in questione e la forte attinenza di tale opera al territorio italiano. Invero, ai sensi del combinato disposto dell’art. 68 e dell’art. 10 del Codice dei beni culturali (d.lgs. n. 42/2004), l’Amministrazione può negare il rilascio dell’attestato di libera circolazione di opere appartenenti a privati laddove queste presentino un interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico eccezionale per l'integrità e la completezza del patrimonio culturale della Nazione. Nel caso di specie, la valutazione svolta dall’Amministrazione ai fini dell’adozione del provvedimento di diniego risultava adeguatamente motivata con riferimento ad una serie di criteri quali la rarità dell’opera, l’altissima qualità dell’opera, il legame dell’opera e del percorso artistico del pittore con il nostro Paese, ecc. A tale valutazione andava aggiunta la considerazione circa l’eccezionale rilevanza del bene ai fini della integrità e della completezza del patrimonio culturale della Nazione (art. 10 del Codice). Pertanto, poiché nella fattispecie ricorrevano entrambe queste circostanze, il Collegio ha ritenuto legittimo il divieto posto dall’Amministrazione sulla esportazione del bene culturale in questione.